Wednesday, February 28, 2007

Something is changing


The last day of the pre-decoder era, here at Cagliari.

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Friday, February 23, 2007

Who is?

Try to make an effort to understand who is

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Friday, February 16, 2007

Punti di fuga

Punti di Fuga di Pino Cacucci

Punti di fuga parla di un killer italiano che ha bisogno di soldi, in una Parigi in cui le trame deliquelinziali sono indissolubilmente connesse alle trame dello spionaggio internazionale. E' un romanzo breve o un racconto lungo, fate vobis. Nelle poche righe che vengono proposte per invogliarti a comprare il libro, si parla di un killer disadattato e della sua vita da clandestino a Parigi. Un killer e' necessariamente un disadattato. Andrea Durante, il nostro killer, non vede l'ora di mettere in saccoccia un gruzzoletto che gli permetta di scomparire per un po': e' stanco di fare una vita sbattuto da una parte all'altra. Sente il peso di dover ricominciare sempre da capo, forse perche' sente di aver un futuro nebbioso, forse perche' gli manca un tassello affettivo, forse perche' si e' auto-disadattato per fare il killer.
E' un romanzo breve che ci porta nella testa tutte le paranoie e l'incertezza fredda della preparazione e realizzazione di omicidi. Ci dona la lotta di sopravvivenza di un killer che cerca (o sembra cercare) di sopravvivere solamente per il fatto che quasi quasi non sappia cos'altro fare.
La cosa che mi ha dato da pensare e' la quasi totale mancanza di punti di riferimento del personaggio: sembra capace solo nel suo mestiere. Punti di riferimento per il futuro sembra proprio non averne. E' colpa sua? E' colpa di quelli che lo circondano? E' colpa della sua educazione familiare? E' colpa della societa' ? A queste domande, se stiamo parlando di un killer, sappiamo dare un risposta. Ma provate a fare queste domande a voi stessi. Noi ci sentiamo senza futuro, perche'? Io dico che, se noi sopravviviamo a questa mancanza di punti di riferimento futuri, viviamo.
Vi lascio con la frase finale della postfazione dello stesso Cacucci

La grande fregatura del non avere futuro, e' credere che il passato sia sempre meglio del presente. Peccato dover ammettere che certe volte e' vero.

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Friday, February 02, 2007

Joseph Conrad TIFONE

Chi e' Joseph Conrad? Il vero nome e' Joseph Teodor Konrad Nalecz Korzeniowski, un ucraino, naturalizzatosi inglese, capitano della flotta mercantile britannica. Fine ultimo della sua produzione letteraria e' la ricerca dell'obbiettivita', della descrizione precisa degli accadimenti, che permetta al lettore di inserirsi nelle situazioni che vivono i personaggi delle vicende. Lo scenario delle vicende e' sempre una nave. I protagonisti sono sempre i membri dell'equipaggio che si ritrovano a gestire la loro vita in balia degli elementi naturali.
Questo racconto parla semplicemente del comandante MacWhirr e del I ufficiale Jukes che si trovano a gestire la nave mercantile Nan-Shan e il suo equipaggio durante un tifone. Verrebbe quasi da sbadigliare. Sebbene questa sembri essere una banale vicenda, e' tutt'altro che scontata. Non tanto perche' pochi di noi hanno visto un tifone (se non in tv), ma perche' l'autore vuole farci comprendere che su una nave si puo' valutare il valore di un uomo, la dedizione al dovere, la tenacia e l'importanza della collaborazione tra uomini. La nave come microcosmo che deve evolvere nella direzione migliore per tutti, nella direzione che permetta una dignitosa sopravvivenza per tutti. Un microcosmo retto da un comandante, che ne gestisce le sorti accollandosi il peso delle responsabilita'.
In questa maniera questo racconto ci parla di noi. Cosa siamo noi se non elementi di una squadra? Noi, sapremmo dare il massimo per una giusta causa? Sapremmo misurarci con i nostri limiti? Come possiamo conoscere i nostri limiti se non ci esploriamo, se non ci mettiamo alla prova?
Interrogativi suscitati da un semplice racconto lungo che, con il pretesto di un Tifone, invita a sondarci per rinnovarci e migliorarci, forse. O solo per sopravvivere?

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