Friday, February 16, 2007

Punti di fuga

Punti di Fuga di Pino Cacucci

Punti di fuga parla di un killer italiano che ha bisogno di soldi, in una Parigi in cui le trame deliquelinziali sono indissolubilmente connesse alle trame dello spionaggio internazionale. E' un romanzo breve o un racconto lungo, fate vobis. Nelle poche righe che vengono proposte per invogliarti a comprare il libro, si parla di un killer disadattato e della sua vita da clandestino a Parigi. Un killer e' necessariamente un disadattato. Andrea Durante, il nostro killer, non vede l'ora di mettere in saccoccia un gruzzoletto che gli permetta di scomparire per un po': e' stanco di fare una vita sbattuto da una parte all'altra. Sente il peso di dover ricominciare sempre da capo, forse perche' sente di aver un futuro nebbioso, forse perche' gli manca un tassello affettivo, forse perche' si e' auto-disadattato per fare il killer.
E' un romanzo breve che ci porta nella testa tutte le paranoie e l'incertezza fredda della preparazione e realizzazione di omicidi. Ci dona la lotta di sopravvivenza di un killer che cerca (o sembra cercare) di sopravvivere solamente per il fatto che quasi quasi non sappia cos'altro fare.
La cosa che mi ha dato da pensare e' la quasi totale mancanza di punti di riferimento del personaggio: sembra capace solo nel suo mestiere. Punti di riferimento per il futuro sembra proprio non averne. E' colpa sua? E' colpa di quelli che lo circondano? E' colpa della sua educazione familiare? E' colpa della societa' ? A queste domande, se stiamo parlando di un killer, sappiamo dare un risposta. Ma provate a fare queste domande a voi stessi. Noi ci sentiamo senza futuro, perche'? Io dico che, se noi sopravviviamo a questa mancanza di punti di riferimento futuri, viviamo.
Vi lascio con la frase finale della postfazione dello stesso Cacucci

La grande fregatura del non avere futuro, e' credere che il passato sia sempre meglio del presente. Peccato dover ammettere che certe volte e' vero.

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4 Comments:

Blogger consul said...

A volte dico o penso cose che sembrano giustificare i crimini commessi dai "disadattati". Quello che penso davvero è che il malessere della società si riflette nel modo in cui sappiamo affrontare questi criminali: a volte la società è intransigente contro i ladri di galline, ma accondiscendente verso criminali più freddi e calcolatori, che di certo non sono costretti a vivere da criminali per condurre una vita dignitosa... (o forse non ne possono fare a meno neppure loro... ?). Di certo le responsabilità dei crimini sono individuali, ma non ci si deve limitare a puntare il dito accusatore: bisogna anche saper indicare la strada corretta (magari con il buon esempio). Senza aver letto il libro non posso dire di più, altrimenti esco fuori argomento e faccio un blog nel blog (qualcuno potrebbe dire che hai fatto un autoblog!).
Per quanto riguarda la visione introspettiva, sono daccordo sul fatto che se superiamo il nostro desiderio di avere sempre e comunque dei punti di riferimento allora sapremo vivere meglio, forse perché liberi dall'ansia...

9:33 PM  
Blogger BLOG NEWS said...

Ciao ora vado a mettere il tuo link.Sai mia mamma è sarda è nata a Villa nuova tulo ,in mezzo alla sardegna!

11:00 PM  
Blogger BLOG NEWS said...

Ciao ti volevo invitare a visitare il mio blog e a partecipare al sondaggio che ho fatto!

12:43 PM  
Blogger BLOG NEWS said...

Ciao si mia mamma conoscie il posto dove abiti,mi ha detto che si trova vicino cagliari(correggimi se ha sbagliato).

10:25 PM  

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